sabato 10 luglio 2010

L'ordinanza balneare...questa sconosciuta

Per quanto concerne la pratica del surf da onda l'Ordinanza Balneare, (potete scaricare la versione integrale qui: http://www.guardiacostiera.it/Fano/ordinanze/Fano_17_26May2010.zip), a differenza di quanto equivocamente letto in alcuni blog, mi pare chiara, esauriente ed anche molto permissiva visto che tutto sommato lascia al buon senso di chi surfa la responsabilità della corretta applicazione.
Tanto per cominciare leggiamo bene quanto ci riguarda, non confondendo il surf da onda con una tavola a vela, o peggio un kite ed andando direttamente alla sezione a noi dedicata:

ARTICOLO 5

NAVIGAZIONE ED USO DELLE TAVOLE DA “SURF”

1. L’uso delle tavole da “surf” è consentito in ore diurne e con condizioni meteo marine favorevoli e, comunque, tali da assicurarne sempre il relativo e sicuro controllo. L’uso di dette tavole è, altresì, vietato nei casi previsti dal precedente articolo 4.3, Capo II, per quanto applicabili.

(Nota di enricowave: l'art. 4.3 del capo II è lo stesso 3.3 e vieta la pratica nelle seguenti situazioni:

a) all’interno del porto di Fano e lungo le rotte di accesso al medesimo;

b) nelle zone di mare destinate all’ancoraggio, qualora individuate, a distanza inferiore ai 100 metri dalle navi mercantili e 300 metri da quelle militari alla fonda;

c) in luoghi ove sfociano fiumi e canali di qualunque genere e, comunque, negli specchi acquei in cui è vietata la balneazione;

d) a meno di 200 metri dai segnalamenti marittimi e dai galleggianti o unità che segnalano la presenza di subacquei;

e) a meno di 200 metri dalle reti da posta e dagli impianti di acquicoltura;

f) a meno di 500 metri dall’imboccatura di accesso al porto di Fano;

g) nelle zone di mare interdette alla navigazione, in via temporanea o permanente, per qualsiasi provvedimento legittimamente emanato.)

2. Fermo restando quanto eventualmente previsto in merito dalla vigente normativa in materia di navigazione da diporto, durante la stagione balneare, è vietato l’atterraggio con le tavole da “surf” in corrispondenza di tratti di arenile in concessione per strutture balneari. In tali tratti i concessionari, appositamente autorizzati, devono avere cura di separare, con la massima evidenza, dette aree da quelle ordinariamente destinate ai bagnanti. Sulle spiagge libere l’atterraggio è consentito in zone sgombre da bagnanti, seguendo la rotta più breve ed adottando, comunque, nell’occasione, la massima cautela, onde evitare incidenti, danni e/o molestie ai bagnanti eventualmente presenti. E’, comunque, vietata l’evoluzione di “surf” a distanza inferiore a 50 metri dai bagnanti.


Ricapitolando, diversamente da quanto tragicamente scritto altrove ("Questo significa che fare surf è vietato davanti gli stabilimenti balneari, o almeno entro 300 metri dalla battigia...") mi pare che la corretta lettura sia la seguente:

- punto 1: è sempre possibile praticare il surf di giorno, sapendolo controllare in modo tale da non creare pericoli, salvo nelle zone indicate dall'art. 4.3
Qua devo aprire una piccola parentesi: nonostante mi sia personalmente premurato di consigliare presso la Capitaneria di Porto di inserire l'obbligo dell'utilizzo del leash, esso non appare, e mi pare che l'unico problema possa sorgere al momento solo dall'eventuale mancato utilizzo del caro cordino, da cui potrebbero derivare incidenti per tutti e anche gravi o comunque anche solo tavole pericolosamente alla deriva; e sappiamo che il bagnante-tipo potrebbe seriamente spaventarsi vedendo tavole girovagare senza controllo...

- punto 2: il più importante! La vigente normativa in materia di navigazione da diporto prevede delle disposizioni generali contenute nell'art. 1 che devono essere rispettate (oltre al citato D.M. 146/2008) ma che poco interferiscono con la pratica del surf:

ARTICOLO 1

DISPOSIZIONI GENERALI

1. Fermi restando i limiti, i divieti e le prescrizioni di cui al precedente Capo I, con particolare riferimento a quelli di cui all’articolo 2, per quanto applicabili, la navigazione da diporto e lo svolgimento di ogni altra attività ad essa riconducibile disciplinata dalla presente ordinanza, non deve in alcun modo interferire, ovvero porsi in contrasto con il sicuro esercizio della balneazione.

2. Ai fini del presente Capo II e della sicurezza della navigazione delle unità da diporto si richiamano, tra le altre, le indicazioni di carattere generale contenute nel Decreto Ministeriale 146/2008 in premessa richiamato, ed in ogni altra norma di Legge comunque applicabile. Il conduttore è ritenuto sempre responsabile delle dotazioni della propria unità e delle attrezzature di sicurezza e marinaresche necessarie per il tipo di navigazione che intende effettuare.

3. L’ecosistema marino/costiero deve essere sempre tutelato in via prioritaria. Pertanto, tutte le attività svolte in mare devono essere condotte nel pieno rispetto delle vigenti norme e disposizioni in materia di tutela ambientale.

4. Laddove non diversamente specificato, l’applicazione delle norme di cui al presente Capo II, nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia, non è limitata al periodo della stagione balneare, né ad una zona di mare particolare, ma si estende all’intero anno e, se del caso, anche al di fuori degli specchi acquei riservati alla balneazione.


oltre a ciò il punto 2 disciplina soprattutto, inequivocabilmente e chiaramente la manovra di 'atterraggio' nelle zone in concessione ed in quelle libere:
laddove i concessionari non abbiano separato le zone balneari da quelle dedicate al surf, dobbiamo evitare di tornare a riva surfando, ma semmai (dico io) nuotando con una mano sopra la tavola e senza creare pericoli.
Nessuno potrà MAI vietare o sanzionare il ritorno a riva in queste condizioni, anche perché noi potremmo sempre dichiarare che esso è stato eseguito in emergenza e/o a causa di difficoltà al fine di scongiurare pericoli alla nostra incolumità;
nelle spiagge libere, diversamente, è sempre consentito l'atterraggio, pur se in zone sgombre da bagnanti e con cautela; noterete però che è anche valutato il caso di atterraggio in eventuale presenza di bagnanti, verso cui dobbiamo cercare di non recar molestia: tale circostanza è sicuramente stata valutata dalla C.P. per concedere la possibilità di un eventuale rientro di emergenza.
Ora direte: ma allora possiamo fare surf sempre e ovunque?
Direi di sì, purché la pratica del surf vero e proprio, quello che l'Ordinanza chiama 'evoluzione del surf' sia effettuata sempre e comunque a non meno di 50 mt dai bagnanti (...e nessuno potrà mai provare che eravamo a 48...!!!)

Spero di essere stato chiaro ed esauriente, ma la lettura del regolamento a mio avviso è questa, ed ogni opposizione o contestazione ad eventuali richiami o peggio verbali da parte degli organi competenti (siano essi i bagnini o la stessa C.P.) dovranno da noi tutti essere ricondotti alla corretta applicazione di quanto scritto negli articoli citati.
E' comunque chiaro che comportamenti scorretti, maleducati o noncuranti della presenza di bagnanti in acqua, attuati da qualche coglioncello sciroccato, dovranno da noi per primi essere scongiurati e stigmatizzati, per la tranquillità dei bagnini e per preservare questo diritto di surfare che ci viene concesso dalla permissività dell'Ordinanza in vigore.
Ricordiamo che negli anni passati in alcuni luoghi d'Italia, le Ordinanze vietavano espressamente la pratica del surf in determinate spiagge, o addirittura come accaduto in una città ligure la proibivano dalle 8,30 della mattina alle 19,30 della sera!!!!
aloha, good surf e...occhio ai bagnanti!!!

martedì 6 luglio 2010

Copia e incolla - from "Todaysurf.com"

In attesa di una piccola speranza di onde per mercoledì prossimo, segnalo e ripropongo dal blog del buon Nicky:
http://fanowavesportsdivision.blogspot.com

Contro l'erosione della costa: a Fano solo 40 mila euro

Si leggono oggi nei quotidiani le cifre che riguardano i fondi regionali stanziati per la difesa della costa, che vedono Fano il fanalino di coda della regione Marche, che vanta un "assegno" da 40 mila euro per il solo fatto che Civitanova Marche non li ha voluti: altrimenti non sarebbero arrivati nemmeno quelli. Ora per la comunità surfistica della zona, è quasi una bella notizia, perchè a fronte degli interventi che stanno deturpando tutte le coste italiane per preservarle dall'erosione e quindi dal suo decorso naturale di modifica nel tempo, la pratica del surf legata a spot su beach breaks, o sandy reef, sta letteralmente traballando. Infatti, se Fano, avesse disposto del quasi milione di euro che è andato alle provincie a Sud di Ancona, che sarebbe successo? La spiaggia di Levante, Sassonia per i locals, sarebbe scomparsa nel piattume ristagnante di un cordolo di scogliere a 300 metri da riva? Todaysurf.com a nome di tutti i praticanti e aspiranti tali di questa splendida disciplina, vuole lanciare un messaggio rivolto alle menti più aperte nell'ambito tecnico delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali. Come esposto nel gruppo "Niente più scogliere, ma reef artificiali" su Facebook, che vanta un numero sempre più crescente di adesioni, vogliamo fare capire che esiste un sistema vecchio come la creazione della Terra, per la difesa delle coste, ovvero i reef naturali e artificiali.
Come quelli formati dai coralli, difendono le coste di atolli ed isole tropicali, esposte alle grandi onde dei cicloni oceanici, strutture poste artificialmente potrebbero dare la soluzione (invisibile) all'erosione della costa. Invitiamo tutti a cliccare sul link che rimanda al gruppo di Facebook e di iscriversi!
Il gruppo è creato a livello nazionale, nato proprio dal problema sorto nelle coste marchigiane, e ora conta amministratori anche nella zona ligure.
Per quanto riguarda la città di Fano ad esempio, comiutati pro-scogliere, che vogliono la protezione "ermetica" delle coste, che hanno visto la costruzione di abitazioni anche a pochi metri dal mare, non fanno altro che gridare "scogliere subito"... certo loro vedono minacciate le proprie case, e questo è di certo un problema di primaria importanza. Ma quel che vuol richiamare l'attenzione il nostro appello, è quanto di diverso dalle solite scogliere emerse, che sono la cosa più innaturale e brutta a vedersi dalla spiaggia, nonchè strutture che pongono fine allo sport sempre più praticato in questo paese, che vanta sulle stime odierne più di 50 mila praticanti. L'Italia è una penisola e gli sport acquatici fanno parte della sua realtà.

L'appello di Todaysurf.com

Considerata l'esiguità della somma stanziata per la protezione delle coste, la comunità di praticanti di Surf nella città di Fano e zone limitrofe chiede che venga vagliata la proposta di utilizzare tali fondi per una sperimentazione di una soluzione che sia diversa dalla scogliera emersa o soffolta. L'impiego di dali risorse regionali che non basterebbero nemmeno a realizzare pochi metri di scogliera, per la posa di una piccola superficie di materiali interti atti alla creazione di un reef artificiale...
Chissà se qualcuno ci darà ascolto...

A BUON INTENDITOR...
aloha